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L'ombra dello scorpione di Stephen King

L'ombra dello scorpione

di Stephen King

1383 pagine

 

L'errore di un computer, l'incoscienza di pochi uomini e si scatena la fine del mondo. Il morbo sfuggito a un segretissimo laboratorio semina morte e terrore. Il novantanove per cento della popolazione della terra non sopravvive all'apocalittica epidemia e per i pochi scampati c'è una guerra ancora tutta da combattere, una lotta eterna e fatale tra chi ha deciso di seguire il Bene e appoggiarsi alle fragili spalle di Mother Abagail, la veggente ultracentenaria, e chi invece ha scelto di calcare le orme di Randall, il Senza Volto, il Male, il Signore delle Tenebre.

 

Questo libro ha di base due grossi problemi:

1- 400 pagine di troppo

2- la totale assenza degli zombie.

Chi dice che questo libro è il migliore di King mente spudoratamente.

Partiamo dal primo punto: troppo prolisso. Si sà che King prima di arrivare al centro della scena deve circumnavigare l'universo. Una volta che lo sai, ti siedi e con calma leggi le sue opere. Come se fossi una mosca che salta da una spalla all'altra e devi solo goderti il panorama. Con questa  storia per me è come se avesse voluto darci prova che sa scrivere tanto e anche di più.

Spesso le descrizioni e le digressioni dei personaggi vengono ripetute e non sono necessarie. Va bene, ti fa entrare di più nella psicologia di ogni individuo, getta le basi per farti capire come agirà quella persona nel momento dell'azione.

L'inizio è anche scorrevole e interessante, continui a chiederti cosa accadrà, come agiranno i protagonisti e soprattutto ti metti nei loro panni chiedendoti cosa avresti fatto tu al loro posto.

Ci sono alcune scene davvero adrenaliniche, per esempio quando i superstiti migrano da un posto all'altro incontrando solo paesaggi desolati, persone morte, paranoia e incubo. L'idea di essere soli in un mondo distrutto, alla perenne ricerca di qualcuno con cui condividere la solitudine.

Sembrava un ottimo inizio e ci stavo credendo...

La parte centrale è lunghissima, prolissa e noiosa all'inverosimile. Soprattutto quanto il gruppo di persone raggiunge Mothe Abigail e dsi espande fino a diventare una piccola città. Si passa da una pagina all'altra in cui queste persone si perdono a leggere libri di sociologia, politica e altro per la costruzione di una nuova società mentre dall'altra parte delle montagne c'è il diavolo che ha armi, bombe atomiche, elicotteri e carri armati ed è pronto a distruggere tutto.

E tu stia li a chiederti cosa cavolo te ne frega dell'elezione del parlamento quando l'emissario di Satana è pronto a spazzare via ogni cosa con uno schiocco di dita. 

Nel terzo libro si passa all'azione. Più o meno. Torna a essere scorrevole, si vuole capire come va a finire e anche qui la delusione è cocente. Almeno per quello che mi riguarda.

Mancavano gli zombie, avrebbero reso tutto più eccitante, adrenalinico e sensato e allora sì che avrei passato volentieri più di milletrecento pagine immersa nella storia.

La continua lotta tra il bene il male, l'uomo che viene sempre travolto dagli istinti e il chiaro messaggio che abbiamo imparato anche noi "grazie" alla pandemia e cioè che l'uomo non impara mai dai propri errori, dimentica facilmente e fa sì che la storia si ripeta all'infinito. Almeno finché non riuscirà ad autodistruggersi completamente e solo così potrà esserci la pace.

Il seme del male è ben radicato nell'animo umano e di questo non possiamo farci niente.

Per finire, ho apprezzato molto alcune metafore che usa, l'originalità delle immagini che riesce a evocare. La sua scrittura è scorrevole tranne quando si perde nelle retrologie dei personaggi e quando tende a ripetere pensieri già sentiti.

Perché l'ho finito? Me lo sono chiesta anche io ma forse, essendo stato febbraio uno dei mesi più lunghi e più brutti vissuti, questo libro mi ha aiutata a vivere in una realtà parallela in cui era tutto più accettabile rispetto a quella che stavo/sto vivendo.

Poi, superata la metà del libro, era diventata una sfida personale quindi non potevo lasciare la storia inconclusa. Stephen King ha sempre la capacità di rovinare anche la storia più bella con i suoi finali bizzarri e assurdi. E devo dire che ci è riuscito in pieno anche questa volta.

 

Voi lo avete letto?

Cosa ne pensate? Fatemi sapere qui sotto.

Ciao miei cari Lunatici,

Rebecca