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11 Giugno 2017

Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza di Luis Sepùlveda

Libri

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Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza

di Luis Sepùlveda

Editore Guanda
ISBN 9788823505032
95 pagine
€ 7,50

 

 Ciao Lunatici!

Oggi vi propongo un classico.
La recensione sarà piuttosto lunga, forse più lunga del libro stesso, ma è difficile cercare di essere sintetici quando un libro di poche pagine è in realtà pieno di significati...

Le lumache che vivono nel prato chiamato Paese del Dente di Leone, sotto la frondosa pianta del calicanto, sono abituate a condurre una vita lenta e silenziosa, a nascondersi dallo sguardo avido degli altri animali, e a chiamarsi tra loro semplicemente "lumaca". Una di loro, però, trova ingiusto non avere un nome, e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza. Per questo, nonostante la disapprovazione delle compagne, intraprende un viaggio che la porterà a conoscere un gufo malinconico e una saggia tartaruga, a comprendere il valore della memoria e la vera natura del coraggio, e a guidare le compagne in un'avventura ardita verso la libertà.

Non avevo mai letto nulla di Sepulveda, lo ammetto.
Ebbene si, non ho letto neanche Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare e questo perché sono convinta che i libri arrivino alle persone nell'esatto momento in cui ne hanno bisogno. Se avessi cominciato questa lettura tempo fa, probabilmente non mi avrebbero colpito.
Mi ha fatto riflettere. E a me piacciono quei libri che regalano ottimi spunti di riflessione.

Il primo "argomento" che ho notato è il tema del "branco" o compagnie di persone, in cui ci si aggrega in giovane età. Quei tipi di gruppi in cui perdi te stesso a favore della collettività. Spesso si pensa che essere in gruppo sia sempre meglio che stare da soli... Ed è un pensiero legittimo ma che porta gli individui ad annullare se stessi, perdere il centro della propria anima a favore di un gruppo di persone senza le quali credono di non esistere.

Fa paura staccare la spina da certe persone per intraprendere la propria strada, ma la paura più grande arriva quando la solitudine si fa sentire.
Ribelle è una lumaca che ha il coraggio di porsi domande e di guardare avanti sia per aiutare se stesso a capire, sia per aiutare la sua famiglia/comunità che è in pericolo.
Mi ci rispecchio molto e devo dire che sono stata brava. Nel mio piccolo, anche io ho abbandonato il porto sicuro per trovare ciò che mi fa stare meglio; sono andata incontro a quella che credevo solitudine e tristezza, ma ritrovando una famiglia e una creatività che credevo non avere.

Il secondo spunto di riflessione che ho captato è una cosa che dovremmo fare noi umani.
Lo riassumerò in un'unica parola senza dire altro, perché esprime da sola tutta la tristezza e la pazzia umana: cementificazione. Credo non ci sia bisogno di aggiungere altro vero?

Terzo spunto di riflessione è il tema della lentezza. Un tema che ho amato moltissimo!

La lumaca va lenta, mentre noi corriamo dietro al tempo nella speranza di fare tantissime cose senza riuscire realmente a farne una.
Come quando piove e per non bagnarci corriamo più in fretta, senza sapere che correndo ci bagniamo di più e non viviamo il momento.
Viviamo in un periodo storico in cui tutto va di fretta. Gli affetti, i giorni, il lavoro, il tragitto. E per arrivare dove? In un altro posto in cui dovremmo ricominciare a correre. Non trovate che dovremmo tutti darci una calmata ed essere più "Lumache" anche noi?

Il quarto punto di riflessione l'ho fatto grazie ad una frase, quella conclusiva, che mi ha colpito più di tutte:

"No" sussurrò Ribelle, "ti sbagli. In questo viaggio che è iniziato ho voluto avere un nome ho imparato tante cose. Ho imparato l'importanza della lentezza e, adesso, ho imparato che il Paese del Dente di Leone, a forza di desiderarlo, era dentro di noi."

Il Paese del Dente di Leone non è altro che la felicità per noi, il posto che tutti desideriamo trovare.
Credo sia una frase ricorrente che mi trovo in tutti i libri e condivido anche quelle di Tiziano Terzani che nel suo libro "Un altro giro di giostra", mi aveva colpito e fatto riflettere.

"Ciò che è fuori è anche dentro, e ciò che non è dentro non è da nessuna parte.....Per quello viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. E' inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé."

" Senza uscire dalla porta
conosce tutto quel che c'è da conoscere
senza guardare dalla finestra
vede le vie del cielo
perchè più lontano si va
meno si capisce
Il saggio arriva senza partire
Vede senza guardare
fa senza fare."

Scusatemi per queste recensioni troppo lunghe ma amo esprimere la mia opinione, nella speranza di poter avere un feed back da voi che avete avuto la pazienza di leggermi fino a questa riga.
E' un libro da leggere anche se definirlo "un libro per bambini" mi sembra sbagliato. Sepulveda lo ha scritto per se stesso e per noi che non siamo più capaci di sognare. I bambini non hanno questa difficoltà, quindi lasciamoli in pace nel loro meraviglioso mondo di fantasia.

Buona lettura.

Vi auguro di essere un po' più "lumache" per assaporare la vita con più gusto!

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Ciao Lunatici!

Rebecca

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31 Dicembre 2022
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